TUTELA DONNE ASSISTE I FIGLI DI MARTA CASTANO TORRES UNA DELLE VITTIME DI GIANDAVIDE DE PAU

Roma, triplice omicidio in Prati, la figlia della escort uccisa da De Pau: «Mamma vittime due volte, massacrata e giudicata» di Ilaria Sacchettoni per il Corriere della sera.

Marta Castano Torres e il ricordo della figlia Estefania: «Ci si è affrettati a definire mia madre prostituta ma è solo la vittima di un uomo violento».

«Voglio limpiare il nome di mia mamma» dice lei. Estefania, figlia minore di Marta Castano Torres, una delle escort trucidate da Giandavide De Pau un anno fa, parla un italiano timido ma rivelatore. Tra le molte incombenze di questi giorni a Roma — ritirare la salma, recuperare abiti e oggetti della donna, sistemare questioni legali — ha inserito anche questa. Ripulire la reputazione di sua madre. «Un linguaggio crudele, in Italia come in Colombia dove vivo, ha voluto dipingerla come una donna da poco. Si sappia che era la madre migliore del mundo».

«Vittima di un violento»

Questa ventiseienne dal viso leggermente truccato, una lunga treccia di capelli corvini che scende lateralmente, tormentata da mani che tradiscono nervosismo, denuncia un’ipocrisia sociale. «Ci si è affrettati a definire mia madre prostituta ma è solo la vittima di un uomo violento. C’è stata più riprovazione contro di lei che contro il suo assassino. Voi specificatesempre la professione della persona uccisa?» domanda, rigirandosi la treccia fra le dita agili. A sessantacinque anni Marta Castano Torres aveva stipulato un patto con sé stessa e i suoi figli. Era il patto del silenzio. «Siamo cinque figli ma solo io avevo intuito quale fosse il vero lavoro di mamma. Gli altri non si ponevano il problema. Lei non parlava mai di quello che faceva per vivere. Arrivavano soldi certo. Ma noi non chiedevamo. Un anno fa tutto questo è crollato. Noi, sempre protetti dal suo affetto, siamo stati costretti a fare i conti con la crudeltà altrui». 

I messaggini sul cellulare

Massacrata prima. Giudicata poi. Eppure le sue cose stanno lì a dimostrare che Marta era prima di tutto una madre. L’ultima schermata dell’Iphone fotografata dagli agenti della Squadra mobile, lo spiega benissimo: una chiamata perduta da Edison, due messaggini da Edwin, uno da Elkin, l’ultimo da Estefania: «Mia madre voleva che non ci mancasse nulla. Al mattino guardavamo il cellulare in cerca del suo primo messaggio. L’ultimo che le ho inviato era una mia foto con Seresa la cagnetta di famiglia. Quando ho visto che lo aveva guardato mi sono tranquillizzata».

Gli studi interrotti

Tra i vestiti che ieri le sono stati restituiti c’era anche la tutina del nipotino, figlio di Erica, la sorella maggiore: «Mamma ce l’avrebbe data a Natale, era già prenotata su un volo in partenza il 19 dicembre» dice. Estefania è accomodata sulla poltroncina dello studio legale specializzato di Tutela donne, assieme ai suoi avvocati Angela Russo Speranza e Emilio Malaspina, mentre gli occhi divengono lucidi quando pesca i ricordi: «La morte di mia madre ha interrotto anche i miei studi in cosmetologia(una laurea breve in una università di Medellin, ndr)». Trovandosi di fronte De Pau gli direbbe qualcosa? «Gli direi “so che ricordi bene mia madre, ora paga per quello che hai fatto”».

L’Avvocato Angela Speranza Russo l’Avvocato Emilio Malaspina, da oltre 15 anni in prima linea nella difesa ed assistenza legale dei minori e delle donne vittime di violenza, prestano tutto il loro supporto a tutela dei 5 figli di Marta, costituiti parte civile nel processo che inizierà il 22 febbraio 2024 dinnanzi alla Corte di Assise di Roma.

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